Dal comunicato stampa della Corte n. 13/2005 del 28 febbraio 2005.

Il 2004 è stato l’anno più produttivo nella storia della Corte. Dalle ultime statistiche relative all’attività giudiziaria della Corte emerge che il 2004 è stato l’anno più produttivo della sua storia. Il numero di cause definite è aumentato del 30% rispetto all’anno precedente: mai la Corte aveva definito un numero così elevato di cause. Come conseguenza, la quantità di cause pendenti ha potuto essere ridotta di circa il 14% e la durata media dei procedimenti dinanzi alla Corte ne è risultata sensibilmente accorciata. Questo netto miglioramento dell’amministrazione della giustizia nell’Unione europea non è frutto del caso. Esso è innanzi tutto il risultato di una riflessione svolta dalla Corte all’inizio del 2004 in merito ai suoi metodi di lavoro, che ha condotto all’adozione di una serie di provvedimenti, attuati progressivamente a partire dal mese di maggio 2004, diretti a migliorare l’efficacia dell’Istituzione e a ridurre la durata media dei procedimenti. Inoltre, anche il Trattato di Nizza, entrato in vigore nel mese di febbraio 2003, ha introdotto una serie di modifiche nel funzionamento della Corte. Tra queste figura anche la possibilità per la Corte, in talune circostanze, di statuire senza l’intervento dell’avvocato generale. L’effetto di tali modifiche si è già pienamente avvertito nel corso del 2004. Infine, a seguito dell’allargamento dell’Unione europea del 1° maggio 2004, dieci nuovi giudici sono entrati a far parte della Corte di giustizia: tale arrivo è stato accompagnato da un notevole aumento del personale della Corte e, di conseguenza, delle capacità di quest’ultima di affrontare il carico di lavoro. Nel 2004 la Corte ha così definito 665 cause. Tale cifra rappresenta un considerevole aumento rispetto agli anni precedenti (494 cause definite nel 2003, 513 nel 2002, 434 nel 2001 e 526 nel 2000). Parallelamente, alla Corte sono state sottoposte 531 nuove cause (561 nel 2003): questo saldo positivo tra le cause definite e quelle nuove ha ovviamente determinato la riduzione del numero dei procedimenti pendenti dinanzi alla Corte, che erano pari a 840 alla fine del 2004 (974 alla fine del 2003). Il numero delle cause pendenti al 31 dicembre 2004 è così inferiore alle cifre corrispondenti dell’ultimo quinquennio. Nel 2004 si è messo un freno al fenomeno, osservato nel corso degli ultimi anni, dell’aumento della durata dei procedimenti. In un anno, la durata media di un rinvio pregiudiziale è passata da 25 a 23 mesi. La riduzione è ancora più significativa per quanto concerne i ricorsi diretti: oggi essi vengono trattati in 20 mesi invece dei 25 del 2003. Per le impugnazioni sono necessari solo 21 mesi (erano 28 nel 2003). Questo miglioramento delle statistiche giudiziarie deve molto anche agli strumenti di cui la Corte dispone al fine di accelerare la trattazione di determinate cause (decisione con priorità, procedimento accelerato, procedimento semplificato e possibilità di statuire senza le conclusioni dell’avvocato generale). E’ importante segnalare che circa il 30% delle sentenze del 2004 sono state emanate senza conclusioni. L’evoluzione nella distribuzione delle cause tra le diverse formazioni giudicanti della Corte meritano anch’esse di essere evidenziate. Le sezioni di cinque giudici trattano un numero sempre maggiore di cause, diventando in tal modo la configurazione ordinaria per il trattamento delle controversie sottoposte alla Corte. Nel 2004 esse hanno deciso il 54% delle cause, mentre il resto è stato suddiviso tra i collegi giudicanti di tre giudici (34% delle cause) e le formazioni plenarie: assemblea plenaria e grande sezione (12% delle cause). Il buon andamento delle statistiche giudiziarie della Corte non è quindi frutto di speciali circostanze o di una particolare congiuntura. Esso è il risultato di una serie di modifiche strutturali apportate all’organizzazione interna della Corte e allo svolgimento delle sue procedure. L’effetto, già avvertito alla fine del 2004, di provvedimenti (peraltro attuati solo a partire dal mese di maggio dello stesso anno), ci fa confidare nel fatto che le tendenze rilevate nell’anno concluso saranno confermate anche nei prossimi anni, a tutto vantaggio di un’amministrazione efficace e di qualità della giustizia comunitaria.

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