Opinions on the Draft Budgetary Plans of euro area Member States

The Commission has also adopted Opinions on whether the 2019 Draft Budgetary Plans (DBPs) of euro area Member States comply with the Stability and Growth Pact.

Preventive arm of the Stability and Growth Pact
In the case of Italy, having assessed the revised DBP presented on 13 November, the Commission confirms the existence of a particularly serious case of non-compliance with the Recommendation addressed to Italy by the Council on 13 July 2018. The Commission had already adopted an Opinion on 23 October 2018 identifying a particularly serious non-compliance in the initial DBP presented by Italy on 16 October 2018.
For ten Member States – Germany, Ireland, Greece, Cyprus, Lithuania, Luxembourg, Malta, Netherlands, Austria, and Finland –, the DBPs are found to be compliant with the Stability and Growth Pact in 2019.
For three Member States – Estonia, Latvia and Slovakia –, the DBPs are found to be broadly compliant with the Stability and Growth Pact in 2019. For these countries, the plans might result in some deviation from the country’s medium-term budgetary objective (MTO) or the adjustment path towards it.
For four Member States – Belgium, France, Portugal and Slovenia –, the DBPs pose a risk of non-compliance with the Stability and Growth Pact in 2019. The DBPs of these Member States might result in a significant deviation from the adjustment paths towards the respective medium-term budgetary objective.

Steps under the Stability and Growth Pact
The Commission has also taken a number of steps under the Stability and Growth Pact.
For Italy, the Commission has carried out a new assessment of the prima facie lack of compliance with the debt criterion. At 131.2% of GDP in 2017, the equivalent of €37,000 per inhabitant, Italy’s public debt exceeds the 60% of GDP reference value of the Treaty. This new assessment was necessary because Italy’s fiscal plans for 2019 represent a material change in the relevant factors analysed by the Commission last May. The analysis presented in this new report under Article 126(3) of the Treaty on the Functioning of the European Union includes the assessment of all relevant factors and notably: (i) the fact that macroeconomic conditions, despite recently intensified downside risks, cannot be argued to explain Italy’s large gaps to compliance with the debt reduction benchmark, given nominal GDP growth above 2% since 2016; (ii) the fact that the government plans imply a marked backtracking on past growth-enhancing structural reforms, in particular the past pension reforms; and above all (iii) the identified risk of significant deviation from the recommended adjustment path towards the medium-term budgetary objective in 2018 and the particularly serious non-compliance for 2019 with the recommendation addressed to Italy by the Council on 13 July 2018, based on both the government plans and the Commission 2018 autumn forecast. Overall, the analysis suggests that the debt criterion as defined in the Treaty and in Regulation (EC) No 1467/1997 should be considered as not complied with, and that a debt-based Excessive Deficit Procedure is thus warranted.

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Pareri sui documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro
La Commissione ha anche adottato pareri in cui valuta la conformità al patto di stabilità e crescita dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per il 2019.
Braccio preventivo del patto di stabilità e crescita
Per quanto concerne l’Italia, dopo aver valutato il documento programmatico di bilancio rivisto presentato il 13 novembre, la Commissione conferma l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018. Il 23 ottobre 2018 la Commissione aveva già adottato un parere in cui riscontrava un’inosservanza particolarmente grave nel documento programmatico di bilancio iniziale presentato dall’Italia il 16 ottobre 2018.
Per dieci Stati membri (Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria e Finlandia), i documenti programmatici di bilancio sono stati ritenuti conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019.
Per tre Stati membri (Estonia, Lettonia e Slovacchia), i documenti programmatici di bilancio sono risultati sostanzialmente conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019. Per questi paesi i documenti programmatici potrebbero comportare una certa deviazione dal rispettivo obiettivo di bilancio a medio termine o dal percorso di aggiustamento a tale obiettivo.
Per quattro Stati membri (Belgio, Francia, Portogallo e Slovenia), i documenti programmatici di bilancio presentano un rischio di non conformità al patto di stabilità e crescita nel 2019. I documenti programmatici di questi Stati membri potrebbero determinare una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso i rispettivi obiettivi di bilancio a medio termine.

La Commissione ha inoltre preso una serie di misure nell’ambito del patto di stabilità e crescita.
La Commissione ha effettuato una nuova valutazione della presunta non conformità dell’Italia con il criterio del debito. Il debito pubblico dell’Italia, che nel 2017 era pari al 131,2% del PIL, l’equivalente di 37 000 euro per ogni abitante, supera il valore di riferimento del 60% stabilito dal trattato. Questa nuova valutazione si è resa necessaria poiché i piani di bilancio dell’Italia per il 2019 modificano in maniera sostanziale i fattori significativi analizzati dalla Commissione lo scorso maggio. L’analisi presentata nella nuova relazione a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea comprende la valutazione di tutti i fattori pertinenti, in particolare: i) il fatto che le condizioni macroeconomiche, nonostante il recente intensificarsi dei rischi di revisione al ribasso, non possono essere invocate per spiegare gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito, data una crescita del PIL nominale superiore al 2 % dal 2016; ii) il fatto che i piani del governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita, in particolare sulle riforme delle pensioni adottate in passato; e, soprattutto, iii) il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018 e l’inosservanza particolarmente grave per il 2019 della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018, stando ai piani del governo e alle previsioni d’autunno 2018 della Commissione. Nel complesso l’analisi indica che il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento (CE) n. 1467/1997 dovrebbe essere considerato non soddisfatto e che è quindi giustificata una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito.

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