Sentenze della Corte (grande sezione) del 24 maggio 2011, cause C-47/08 Commissione c. Belgio, C-50/08 Commissione c. Francia, C-51/08 Commissione c. Lussemburgo, C-53/08 Commissione c. Austria, C-54/08 Commissione c. Germania, C-61/08 Commissione c. Grecia, C-52/08 Commissione c. Portogallo
“69 La libertà di stabilimento riconosciuta ai cittadini di uno Stato membro nel territorio di un altro Stato membro comporta in particolare l’accesso alle attività autonome e al loro esercizio alle condizioni poste dalla normativa dello Stato membro di stabilimento per i propri cittadini […]
71 Orbene, nella fattispecie, la normativa nazionale controversa riserva l’accesso alla professione di notaio ai cittadini francesi, sancendo così una disparità di trattamento fondata sulla cittadinanza, vietata, in linea di principio, dall’art. 43 CE.
72 La Repubblica francese sostiene tuttavia che le attività notarili esulano dall’ambito di applicazione dell’art. 43 CE in quanto esse parteciperebbero all’esercizio dei pubblici poteri ai sensi dell’art. 45, primo comma, CE. Occorre quindi, anzitutto, esaminare la portata della nozione di esercizio dei pubblici poteri ai sensi di quest’ultima disposizione e, in un secondo tempo, verificare se le attività affidate ai notai nell’ordinamento giuridico francese rientrino in tale nozione. […]
75 La Corte ha inoltre più volte ribadito che la deroga prevista all’art. 45, primo comma, CE va limitata alle sole attività che, di per sé considerate, costituiscono una partecipazione diretta e specifica all’esercizio dei pubblici poteri […].
106 […] le attività notarili, come definite allo stato attuale nell’ordinamento giuridico francese, non partecipano all’esercizio dei pubblici poteri ai sensi dell’art. 45, primo comma, CE. […]
109 Si deve pertanto dichiarare che, imponendo un requisito di cittadinanza per accedere alla professione di notaio, la Repubblica francese è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza dell’art. 43 CE”.